Gravi difetti nel sito della Regione Piemonte sulla disabilità

Date 2018/7/25 21:20:00 | Topic: Sanità

Recentemente è stato attivato il nuovo sito della Regione Piemonte sulla disabilità.

E' una buona notizia?
Avvertenza: i commenti sotto riportati si riferiscono alla versione del sito consultata il 23 luglio 2018

Recentemente è stato messo online il nuovo sito ufficiale della Regione Piemonte dedicato alla disabilità:

http://www.regione.piemonte.it/disabilita/index.htm.

Dal punto di vista tecnico esso è certamente molto valido per l’interfaccia piacevole e di facile uso, ma i contenuti danno luogo a gravi riserve.

La prima cosa da osservare è che i servizi alla persona sono disinvoltamente dichiarati di ambito assistenziale:


La Regione Piemonte finanzia gli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali perchè realizzino diverse tipologie di interventi a sostegno della persona, attraverso prestazioni personalizzate per favorire l’assistenza domiciliare, il sostegno socio educativo alla persona, l’affidamento diurno o residenziale, l’assistenza residenziale e semiresidenziale


laddove molti dei servizi elencati, a cominciare dall’assistenza residenziale e semiresidenziale, sono indubbiamente di ambito sanitario, obbligatori e sotto la responsabilità del SSN in base sia ai LEA del 2001 che a quelli del 2017 (il concetto di “assistenza domiciliare” formulato così, fuori da un contesto, è alquanto vago e di scarsa utilità).

La sezione sulla sanità dice genericamente:


Il Servizio sanitario regionale assicura l’assistenza sanitaria e socio sanitaria alle persone con disabilità, fragilità e non autosufficienza


senza alcun riferimento alla Legge 833/1978, ai LEA, ai conseguenti diritti dei malati, e alla corretta distinzione tra ambito sanitario e socioassistenziale. Per il resto, sembra che il ruolo della sanità si limiti all'assistenza protesica, anche se qua e là si trovano informazioni su particolari aspetti dell’assistenza sanitaria, in particolare nella sezione Certificazione medico legale e tutele (sempre senza alcun accenno ai diritti esigibili).

In compenso ci sono proclami retorici privi di contenuto ben definito e di conseguenze pratiche, ad esempio L’assistenza alle persone disabili e non autosufficienti si concretizza nel passaggio dalla cura al prendersi cura della persona (nella sezione Spese sanitarie ed ausili).

Anche l'opuscolo Guida agli interventi a favore delle persone disabili 2018, appena pubblicato ha una impostazione simile.

Sia nel sito che nell'opuscolo si parla del contributo economico per il lavoro svolto da figure professionali regolarmente assunte, assistenti domiciliari, familiari o volontari (sito), e si afferma che Il contributo viene concesso a sostegno della domiciliarità in lungoassistenza. Può essere utilizzato per il lavoro svolto sia da figure professionali regolarmente assunte, quali badanti o assistenti domiciliari (OSS), sia da familiari o volontari. L’assegno è finanziato dal Fondo nazionale per le non autosufficienze (opuscolo), i riscontri che tutto questo ha nella pratica sono piuttosto dubbi.

Questa impostazione non è casuale, ma riflette la strategia di questa amministrazione regionale (in sostanziale continuità con quella precedente di centro destra), di espellere il più possibile dall'ambito sanitario tutto il settore della disabilità-cronicità-lungodegenza per trasferirlo all'ambito socioassistenziale, dove le risorse sono molto minori e i diritti dei cittadini meno garantiti dal punto di vista giuridico. È la stessa strategia che che emerge nel recenti recente disegno di legge della Giunta, contro il quale hanno già ampiamente argomentato altrove il CSA e la Fondazione Promozione Sociale di Torino.

Il sito ha anche altri gravi difetti, ad esempio non c'è una trattazione complessiva dell'accessibilità e delle barriere, che vengono trattate solo in riferimento a contesti specifici (autoveicoli, abitazione accessibile e turismo accessibile, senza che si parli dell’accessibilità degli spazi e delle strutture pubbliche).

Manca inoltre qualunque riferimento alla tutela e all’amministrazione di sostegno, temi che invece avrebbero meritato la massima evidenza.

Questi ultimi difetti, più che da un disegno politico, sembrerebbero derivare da una redazione non sufficientemente curata.

Infine, un ulteriore limite del sito è che vengono citate numerose normative, ma senza che siano indicate le fonti di riferimento, ad esempio Normattiva, il sito della Gazzetta Ufficiale o quello del Bollettino Ufficiale regionale. Quasi paradossale è il fatto che delle uniche due leggi messe in evidenza, la 104/1992 e la 68/1999, venga presentata una sintesi ma non venga linkato il testo completo: si ha paura che i cittadini si informino troppo?



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