Una strana lettera sull'erogazione degli ausili per incontinenza (aggiornamento al 29 aprile)

Date 2011/4/30 21:20:00 | Topic: Assistenza

Nei giorni scorsi gli utenti del servizio di erogazione degli ausili per incontinenza (pannoloni e traverse) a carico del Servizio Sanitario Nazionale hanno ricevuto una lettera piuttosto strana.
La lettera, su carta intestata dell'ASL AL, priva di data e protocollo, con firmatario indicato genericamente solo come Il responsabile del distretto, indica nuove norme per la fornitura degli ausili per incontinenza, cioè pannoloni e traverse, senza peraltro specificare le motivazioni del cambiamento.

Viene previsto che gli utenti possano scegliere tra la consegna domiciliare e il ritiro presso una farmacia, parafarmacia o negozio convenzionato di loro scelta, e che allo scopo non occorre la prescrizione del medico di famiglia. Viene inoltre stabilito che chi vuole variare il luogo di consegna da domicilio a farmacia deve recarsi al Distretto sanitario di competenza.

Fin qui le disposizioni possono anche considerarsi vantaggiose per gli utenti, permettendo la scelta tra diverse modalità di consegna.

Non si capisce però perché per ricevere a domicilio gli ausili ci si debba recare presso la farmacia/parafarmacia/negozio di fiducia, anche se già prima si usufruiva della consegna a domicilio: non si poteva prevedere che la consegna proseguisse con le modalità attuali se l'utente non chiede di cambiare? Tanto più che ora è previsto che la richiesta, presso la farmacia, vada rinnovata ogni tre mesi anche in assenza di variazioni, mentre questo prima non avveniva.

Dalla lettera sembra inoltre che le modalità di consegna possano essere variate da domicilio a farmacia, ma non al contrario, con danno per gli utenti che si trovassero nell'impossibilità di proseguire il ritiro in farmacia (potrebbe però anche essere solo un difetto di chiarezza della lettera).

Ma la cosa più strana e inquietante è questa: abbiamo saputo che alcuni utenti hanno telefonato al Distretto per chiarimenti, ed hanno ricevuto, da personale incaricato dell'assistenza protesica dell'ASL, istruzioni del tutto contrastanti con la lettera. Infatti è stato detto loro che la prescrizione medica è sempre necessaria e, cosa anche peggiore, che ogni utente deve presentarsi di persona al distretto per la pratica. Ci risulta che infatti all'ufficio competente ci sono lunghissime code di utenti del servizio.

Si tratta di un fatto grave, se si pensa che normalmente questo servizio è indirizzato a situazioni in cui si sono gravi necessità di assistenza, e molti utenti abitano fuori Acqui, quindi il disagio per doversi presentare all'ASL è fortissimo.

Non si capisce cosa sia successo: la lettera è mal scritta (sarebbe veramente grave!)? oppure l'ASL che dà a voce indicazioni sbagliate (altrettanto grave)? è disorganizzazione? o forse si vuole complicare la procedura sperando che qualche utente rinunci e quindi le necessità di fornitura diminuiscano, magari perché a Cota piace così?

Nei prossimi giorni cercheremo di saperne di più.

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Il 4 aprile abbiamo parlato con un cortese impiegato dell'Ufficio Protesica del Distretto di Acqui, che ci ha fornito le seguenti informazioni:

1. Il rinnovo dell'ordine ogni tre mesi è stato previsto per cercare di evitare forniture eccessive rispetto alle reali necessità che in alcuni casi vengono mantenute solo perché l'utente non si preoccupa di segnalare la necessità della variazione. In questo modo si spera che gli utenti, dovendo comunque rinnovare l'ordine, segnalino anche eventuali variazioni.

2. La richiesta di presentarsi di persona all'ufficio (peraltro, come già osservato, non contenuta nella lettera) deriva dalla necessità di aggiornare l'anagrafica degli utenti che contiene molti errori, dovuti in particolare alle diverse ditte che negli anni hanno gestito il servizio.

3. Per quanto riguarda il fatto che la lettera citi la variazione di modalità di consegna da domicilio a farmacia e non la possibilità inversa, l'impiegato ha riconosciuto che la formulazione desta perplessità e che potrebbe essere la lettera scritta male, e ha chiesto di contattarlo tra qualche giorno per meglio informarsi; vi faremo sapere quanto prima.

A parte quest'ultimo punto, le spiegazioni non ci soddisfano affatto, ovviamente non certo per colpa dell'impiegato che ce le ha cortesemente fornite, ma per il carattere delle decisioni prese.

Per risolvere problemi certamente reali che derivano solo da una parte degli utenti nel caso del punto 1, e da fattori a loro del tutto estranei nel caso del punto 2 si è scelta la soluzione più penalizzante per la totalità degli utenti stessi, quasi che non potessero esserci soluzioni alternative, ad esempio richiedere i dati tramite questionari

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In seguito il sempre cortese personale dell'Ufficio Protesica ci ha chiarito che il cambiamento delle modalità di consegna è possibile non solo da domicilio a farmacia, come indicato nella lettera, ma anche da farmacia a domicilio (il che conferma comunque che la lettera è mal scritta).

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Poiché, come detto, le spiegazioni che ci sono state fornite non convincono affatto, il 29 aprile abbiamo mandato all'ASL AL (Distretto di Acqui) la lettera il cui testo riportiamo di seguito:


In seguito alla nostra comunicazione di pari oggetto del 14 marzo u.s. siamo stati contattati dall'Ufficio Protesica, che ci ha cortesemente fornito ampie spiegazioni in merito al contenuto della lettera e alle nuove disposizioni per gli utenti.

In particolare ci è stato spiegato che la necessità di confermare l'ordinazione ogni tre mesi deriva dal fatto che in alcuni casi l'utente non comunica le mutate necessità di fornitura, per cui si continua a fornire materiale non più utile, mentre la richiesta di presentarsi di persona presso gli uffici è motivata dalla presenza di numerosi errori nell'anagrafica degli utenti che è necessario correggere verificando i dati gli interessati.

Tali disposizioni suscitano a nostro parere moltissime perplessità. Non mettiamo certamente in dubbio che sussistano i problemi sopra indicati, ma per risolverli si è scelta la strada più penalizzante per gli utenti, imponendo loro nuovi adempimenti invece di sollevarli il più possibile, considerando che si tratta per lo più di persone che già devono affrontare gravi necessità e disagi.

Sarebbe stato possibile adottare soluzioni alternative, ad esempio fornire agli utenti moduli da compilare e restituire, riservandosi di convocare coloro che non avessero fornito risposta. La conferma dell'ordine avrebbe potuto essere richiesta ad intervalli maggiori di tre mesi e senza l'obbligo di effettuarla in farmacia o presso i fornitori convenzionati (desta peraltro particolare perplessità il fatto che in questo modo si siano coinvolti tali soggetti, presumibilmente con costi aggiuntivi per l'ASL, anche nei casi in cui prima l'utente non aveva rapporti con essi ai fini del servizio).

Riteniamo quindi necessario che l'ASL valuti la possibilità di rivedere tali disposizioni, per quanto dipende da essa.

Con l'occasione segnaliamo che alcuni utenti hanno manifestato riserve sulla qualità dei prodotti, con riferimento in particolare alle traverse Linidor.




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