Il Libro verde del Ministro Sacconi
Category : Sanità, assistenza, politiche sociali
Published by beppe on 03-Oct-2008 21:30

Avevamo promesso un commento sul Libro verde sul futuro modello sociale pubblicato a luglio dal ministro Sacconi, ed eccolo qui.

Il documento è scritto con uno stile piano e facilmente comprensibile. L'esposizione tuttavia soffre di numerose ripetizioni e salti di argomento, risultanto un po' involuta, ma nell'insieme non dà particolari problemi di lettura.

Si tratta di un documento di carattere molto generale che non entra nel merito di tutti i singoli settori delle politiche social, e quindi non ha una specifica trattazione dell'handicap, se non per quanto riguarda le necessità di assistenza e la non autosufficienza degli anziani.

Il Libro verde parte con alcuni concetti certamente condivisibili, in particolare quello per cui l'offrire delle opportunità di autonomia e integrazione viene prima dell'assistenza, che pure deve essere garantita quando necessaria. Questo corrisponde a quanto diciamo noi quando affermiamo, per esempio, che prima di pensare a spingere delle carrozzelle bisogna eliminare le barriere architettoniche, e solo a quel punto si vedrà chi non può spingersi da solo e quindi deve essere assistito. Il Libro contiene anche affermazioni rassicuranti, come quella che la spesa sociale non deve essere tagliata, e giustamente tocca il tema della povertà estrema, che non sempre viene adeguatamente considerato.

Tuttavia, mano a mano che il testo procede, emerge una impostazione che affida al libero mercato le occasioni di lavoro e il destino dei lavoratori, anche se viene più o meno ritualmente detto che un certo livello di tutela dei lavoratori va garantito in modo assoluto, e alla previdenza privata le tutele pensionistiche, cosa in questi giorni di crisi dell'economia finanziaria sfiora il grottesco.

Emerge quindi una impostazione liberistica, i cui effetti devastanti sulle tutele sociali non possono sfuggire. In questo contesto, anche il riferimento alla povertà estrema assume connotazioni sospette: può infatti far capo a quel modello che considera degne di interventi assistenziali solo le situazioni estreme, lasciando senza tutela tutta una ampia gamma di bisogni che non arrivano a quegli estremi (in questa concezione, chi rischia di morire di fame va assistito, ma chi ha fame senza rischiare di morire va lasciato a se stesso).

Il giudizio sul libro verde non può quindi che essere fortemente negativo, trattandosi di un documento che rischia di porre le basi per la riduzione dello stato sociale ad una sorta di scheletro e per un forte arretramento dei diritti così dei lavoratori come delle persone in stato di bisogno.