Il caso Englaro e l'assistenza ai non autosufficienti
Category : Sanità, assistenza, politiche sociali
Published by beppe on 11-Feb-2009 21:20

In questi giorni del caso Englaro si parlerà fin troppo, ma noi che non facciamo i tuttologi vogliamo provare a ragionare su quegli aspetti che sono di nostro più diretto interesse (non ci occupiamo quindi di vari elementi specifici del caso particolare, per esempio l'accertamento più o meno attendibile della volontà dell'interessata).


Il caso coinvolge evidentemente l'assistenza ai non autosufficienti. E non sembra dubbio che proprio di assistenza si tratti: le organizzazioni di volontariato più consapevoli distinguono accuratamente tra l'ambito sanitario e quello assistenziale, per contrastare la tendenza a ricondurre all'assistenza tutto ciò che riguarda i disabili, e difficilmente qualcuno mette in dubbio che l'alimentazione di un non autosufficiente sia da ricomprendere nell'assistenza e non nella sanità.


L'esito della vicenda quindi viene ad introdurre una breccia nel principio per cui l'assistenza ai non autosufficienti è dovuta senza limite di tempo e in modo incondizionato: si è potuto infatti sospenderla in assenza di un esplicito e diretto diniego dell'interessato (diniego che è stato ricostruito solo in via indiretta). Consentire a terzi di sospendere l'assistenza a un non autosufficiente è pericoloso perché introduce prospettive interessanti dal punto di vista economicistico: farebbe infatti risparmiare spese per cittadini non più produttivi, e così permetterebbe di tagliare i costi dell'assistenza per poter più facilmente ridurre le tasse ai ricchi.


Si tratta quindi di una prospettiva di politica assistenziale propria della destra liberista, cosa che non ha capito la sinistra (o forse si dovrebbe dire la cosiddetta sinistra) che assume sempre più atteggiamenti di impronta libertaria e individualistica e si interessa sempre meno dei lavoratori e dei deboli.


Ma non tutti hanno il diritto di deprecare l'esito della vicenda di Eluana. Non ce l'hanno quelli che cianciano del diritto alla vita in questo caso, e poi sostengono la guerra, la privatizzazione della sanità e la distruzione di tutto ciò che è pubblico e sociale (assistenza, scuola, trasporti, servizi culturali), coloro per i quali non costituisce nessun problema se qualcuno muore perché non ha i soldi per curarsi e non c'è un sistema sanitario pubblico che intervenga (come negli USA che di solito sono il modello di costoro).


Le cose stanno quindi esattamente all'opposto di quello che ha detto berlusconi: il liberismo è incompatibile con la tutela della vita e dei diritti umani, che invece possono essere solo ragionevolmente garantiti dall'intervento pubblico e dallo stato sociale.