AGGIORNATO - Lettera al Comune di Acqui sulle barriere architettoniche

Date 2017/1/5 21:20:00 | Topic: Barriere

Il GVA ha una tradizione di impegno sul tema delle barriere che risale al 1989, ma negli ultimi anni avevamo un po' lasciato da parte questo tema per concentrarci maggiormente su altri aspetti.
Il GVA ha una tradizione di impegno sul tema delle barriere che risale al 1989, ma negli ultimi anni avevamo un po' lasciato da parte questo tema per concentrarci maggiormente su altri aspetti.

Ora però abbiamo deciso di riprendere l'argomento, scrivendo al Comune di Acqui per evidenziare alcune situazioni insoddisfacenti che rimangono malgrado i progressi che indubbiamente ci sono stati negli ultimi decenni, e anche fare una nuova proposta, cioè quella del "buono taxi", già in uso in altre città. Abbiamo scritto il 2 ottobre tramite PEC, indirizzando la comunicazione a sindaco, assessore all'urbanistica, assessore all'assistenza, ufficio urbanistica, ma finora non abbiamo avuto risposta.

Di seguito il testo della lettera.


Riteniamo opportuno sottoporre nuovamente all'attenzione dell'Amministrazione comunale il problema delle barriere architettoniche e dell'accessibilità degli spazi pubblici che, benché a partire dagli anni '80 ci siano stati notevoli miglioramenti (anche per l'azione delle associazioni), non si può ancora dire del tutto risolto. Questo comporta gravi danni ai cittadini disabili, di cui viene compromessa l'autonomia.

In concreto, ci riferiamo al fatto che ci sono alcuni punti della città in cui le barriere potrebbero essere rimosse con interventi di limitata portata e di costo ridotto, in particolare in alcuni attraversamenti pedonali che da un lato presentano una rampa per l'accesso al marciapiede, ma dall'altro un gradino, risultando quindi inaccessibili: un esempio è l'attraversamento che si trova in Corso Divisione Acqui alla fine del viale, vicino all'incrocio con Via Santa Caterina.

Un altro aspetto rilevante, che ci hanno fatto notare alcuni cittadini, sono le caratteristiche delle superfici dei marciapiedi: vi sono marciapiedi (ad esempio davanti alla ex caserma o in Via Crenna) che sarebbero anche accessibili, ma hanno un fondo in pietra che risulta fortemente irregolare e crea disagio alle persone in carrozzella, soprattutto se anziane, con l'effetto di limitarne in modo sostanziale la mobilità. Rifare completamente il fondo sarebbe certo piuttosto oneroso, ma riteniamo che siano possibili interventi che quanto meno attenuino l'inconveniente, come riempire adeguatamente le fughe tra le lastre o i blocchetti di pietra. Si può prendere ad esempio la parte del marciapiede di Via Roma che va dall'incrocio con Via Nizza all'inizio della caserma, e che pur avendo un fondo in lastre di pietra presenta una buona accessibilità appunto perché le fughe sono riempite con cura, mentre lo stesso marciapiede nel successivo tratto fino a Via Crispi diventa molto meno praticabile.

Va inoltre ricordato che le irregolarità del fondo rischiano talvolta di far inciampare anche persone deambulanti, soprattutto se anziane.

Quelli segnalati non sono dettagli insignificanti, perché un solo punto inaccessibile che si trovi sul percorso che deve compiere una persona in carrozzella rende inaccessibile l'intero percorso, anche se esso avesse per il resto caratteristiche ottimali.

Tuttavia risulta evidente che l'eliminazione delle barriere non risolve tutti i problemi di mobilità dei disabili, perché alcuni - anche se autosufficienti - non sono comunque in grado di recarsi in modo completamente autonomo in tutti i luoghi ove sia loro necessario, o per la posizione sfavorevole della loro abitazione o per le forze limitate.

Per intervenire su queste esigenze altri comuni, ad esempio quello di Torino (si veda http://www.comune.torino.it/pass/info ... uovo-Regolamento-Taxi.pdf), hanno istituito i cosiddetti buoni-taxi, ossia dei buoni validi per una corsa in taxi, che vengono assegnati in quantità variabile a seconda delle situazioni. Per la compartecipazione degli utenti alla spesa ci sono varie soluzioni, dal pagamento del valore di un biglietto sui mezzi pubblici urbani a tariffe variabili a seconda della situazione economica del beneficiario.

Riteniamo quindi che anche il Comune di Acqui debba individuare le modalità organizzative più opportune per realizzare questo servizio di grande importanza per l'autonomia dei disabili.


Aggiornamento al 17 novembre 2016. Non avendo ricevuto risposta, abbiamo mandato un sollecito al Comune. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.

Aggiornamento al 2 gennaio 2017. Dopo aver pubblicato sull'argomento anche un articolo su L'Ancora, il 30 dicembre 2016 il Sindaco Bertero ci ha mandato una lettera molto cortese e puntuale, nella quale informa di aver dato incarico all'Ufficio Tecnico di eliminare i due esempi di barriere da noi citati, ma che essendoci molti altri lavori da eseguire non può dare assicurazioni sui tempi di esecuzione. Per quanto riguarda il buono taxi, osserva che la proposta è interessante ma forse più facile da realizzare in grandi città.

A questa lettera abbiamo mandato la seguente risposta altrettanto cortese:


Per quanto riguarda i contenuti, certamente non ti sfugge il carattere "provvisorio" della risposta che, anche se riconosce la necessità degli interventi, non assicura tempi certi per la loro realizzazione, e da questo punto di vista non possiamo far altro che ricordare che le barriere di cui si parla incidono sulla vita quotidiana di molte persone.

Va anche rimarcato che i due casi citati (attraversamento di Corso Divisione e marciapiede davanti alla ex-caserma) sono solo esempi, ma ce ne sono anche altri, ad esempio l'attraversamento all'inizio di Via Garibaldi davanti alla Casa del Gelato e quello in Via Moriondo in corrispondenza col tabaccaio, oltre ai marciapiedi in Via Crenna che avevamo già menzionato: e sono tutti interventi che non richiedono certamente grandi opere di ristrutturazione. Peraltro è anche bene osservare che quello della qualità del fondo dei marciapiedi è un problema che può sembrare di minore rilievo a chi non è direttamente coinvolto, ma basta anche solo trovarsi a spingere una carrozzella su un fondo irregolare per rendersi conto che non è così!

A proposito poi del buono taxi, intervento che evidentemente richiede una certa disponibilità economica perché - comunque sia realizzato - consiste in ultima analisi nella copertura, da parte del Comune, di una quota delle spese che i cittadini disabili devono sostenere per le loro necessità di trasporto, e che invece gli altri cittadini non hanno, suggeriremmo di organizzare una prima sperimentazione che coinvolga anche solo un numero limitato di utenti, individuati (ovviamente dietro loro domanda) in modo equo in base alle loro condizioni di bisogno.




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