Gravi difetti della Delibera della Giunta Regionale sulle RSA a domicilio

Date 2016/6/24 21:50:00 | Topic: Sanità

La Giunta Regionale del Piemonte ha approvalo la Delibera 34-3309 del 16 maggio 2016 sulle cure domiciliari, che istituisce le cosiddette "RSA a domicilio".
La Giunta Regionale del Piemonte ha approvalo la Delibera 34-3309 del 16 maggio 2016 sulle cure domiciliari, che istituisce le cosiddette "RSA a domicilio".

Sarà in grado questa Delibera di imprimere una svolta alle cure domiciliari alle persone non autosufficienti? Conviene ricordare che l'argomento è di grande rilievo perché molte persone affrontano gravi sacrifici (ai quali non sono tenute dal punto di vista giuridico) per tenere al suo domicilioun familiare non autosufficiente a cui, in base ai LEA - Livelli Essenziali di Assistenza, il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a garantire cure in regime domiciliare o residenziale (anche se spesso cerca di non farlo). Così facendo queste persone fanno risparmiare al SSN le costose rette delle RSA garantendo al contempo una vita migliore per il familiare ammalato, e quindi andrebbero sostenute, mentre spesso ora sono abbandonate a se stesse.

Ovviamente la logica del sostenere le cure domiciliari e il volontariato intrafamiliare (dove le condizioni del malato e della famiglia lo permettono) anche perché fa risparmiare ha senso se si parte dal presupposto che in un modo o nell'altro le cure si debbano dare, se invece l'idea è quella di tagliare le cure il più possibile evidentemente cade del tutto. Chissa su quale dei due versanti stanno l'assessore regionale alla sanità Saitta, Renzi e il PD? Io qualche idea ce l'avrei ...

Tornando alla DGR 34-3309, essa prevede che le RSA possano (ma senza essere obbligate) fornire, a spese delle ASL, prestazioni a domicilio, che si concretizzano in ore di lavoro di determinate figure professionali entro un budget massimo che, per i casi di maggior bisogno arriva ad € 800 mensili.

Ora, se qualcuno riesce ad ottenere qualcosa di utile da questa Delibera non saremo certo noi a dirgli che non deve farlo, ma non c'è dubbio che essa è gravemente insufficiente rispetto alle esigenze per vari motivi:

- non riconosce diritti esigibili e propone un'organizzazione inadatta ad un servizio universalistico già solo per il fatto che presuppone la libera adesione delle RSA, che potrebbe anche non esserci

- prevede interventi di gran lunga inferiori alle esigenze (un numero limitato di ore mensili di figure specialistiche, quando un malato non autosufficiente ha bisogno di assistenza continua)

- è discriminatoria perché si rivolge solo agli anziani e non a tutte le persone non autosufficienti, che possono essere anche giovani

- prevede tempi inaccettabili (anche mesi) per l'erogazione del servizio, considerato che esso si rivolge a persone non autosufficienti

- introduce in un servizio sanitario elementi tipicamente assistenziali come la valutazione delle condizioni economiche (che sarebbe invece appropriata se si trattasse di prevedere, oltre a quelli sanitari, interventi assistenziali per i soggetti in difficoltà economiche), anche se bisogna riconoscere che almeno è abbastanza chiaro un impianto complessivo di carattere sanitario

- non prevede un accordo formale con i parenti

- è inutile ai fini dell'applicazione della L.R. 10/2010, che prevede una migliore organizzazione e maggiori garanzie per i malati (almeno potenzialmente, perché poi potrebbero essere adottati provvedimenti attuativi che ne vanificano i pregi, e la DGR 3309 potrebbe già essere un esempio).

Va detto che questa Delibera non pretende di rappresentare un ordinamento complessivo delle cure domiciliari, quindi in teoria potrebbero seguire altri atti che coprono i casi da essa non previsti, ad esempio quello in cui nessuna RSA aderisce, oppure le cure per i non autosufficienti che non sono anziani, ma visti i tempi e l'andamento generale della politica regionale nel settore, ci sono motivi più che buoni per dubitarne.




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