Appello per il ritiro della DGR 18-1326/2015 in materia di assistenza ai non autosufficienti

Date 2015/5/28 21:40:00 | Topic: Sanità

Un appello per il ritiro della Deliberazione della Giunta Regionale n. 18-1326 del 20.4.2015.
La DGR 18-1326 del 20.4.2015 dovrebbe riordinare l'organizzazione dell'assistenza ai non autosufficienti in Piemonte, ma in realtà conferma molti aspetti negativi degli atti della precedente giunta Cota, a cominciare dalla legittimazione delle liste d'attesa, che sono invece in contrasto con le norme sui Livelli Essenziali di Assistenza, che riconoscono i diritti dei non autosufficienti, ed estende indebitamente il significato della recente sentenza 604/2015 del Consiglio di Stato oltre i suoi limiti, come se questa (pur negativa e pericolosa, come da noi evidenziato in precedenti articoli, legittimasse qualunque compressione dei livelli di assistenza).

Per questo le associazioni aderenti al CSA - Coordinamento Sanità e Assistenza tra i Movimenti di base (Torino) stanno predisponendo un ricorso al TAR (le cui motivazioni sono illustrate in modo molto chiaro qui.

Nel frattempo le stesse e altre associazioni hanno inviato un appello di analoghe motivazioni ai responsabili della Regione, tra cui in particolare presidente della Giunta, assessore e direttore alla sanità, membri della commissione consiliare competente, auspicando che la delibera in questione venga ritirata. Chissà se questo appello servirà a qualcosa. Ecco comunque di seguito il testo da noi inviato il 26 maggio scorso:


Al Sig. Presidente della Regione Piemonte
Al Sig. Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte
Ai Sig.ri membri della IV Commissione del Consiglio Regionale
Al Sig. Assessore alla Sanità della Regione Piemonte
Al Sig. Direttore del settore sanità della Regione Piemonte

Ci uniamo ad altre associazioni nel richiedere il ritiro della recente Deiberazione della Giunta Regionale n. 18-1326/2015 che presenta numerosi profili di illegittimità e di ingiustizia proprio verso quelle persone che avrebbero maggiore bisogno di tutela, ossia i malati anziani non autosufficienti (ma analoghe considerazione si potrebbero fare per i disabili non autosufficienti anche non anziani).

Ci uniamo pertanto alla richiesta di ritiro immediato della delibera. Questo appello si somma a quello già lanciato per il ritiro
immediato del ricorso della Regione Piemonte contro la sentenza del Tar 156/2015 che ha confermato il pieno ed immediato diritto delle persone colpite da
disabilità grave o malattie e non autosufficienza alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari, comprese quelle prestate da familiari o badanti (il cui costo dev’essere
coperto al 50% dal Servizio sanitario nazionale).

Per quanto riguarda la DGR 18-1326 si evidenziano in particolare i seguenti aspetti negativi:

- omissione totale di ogni riferimento alla legge regionale 10 del 2010 che già oggi norma i “servizi domiciliari per persone non autosufficienti” in Piemonte, nel rispetto
delle norme nazionali in materia (legge 289/2002, definizione dei Livelli essenziali delle cure socio-sanitarie);

- riferimento alla sentenza 604/2015 del consiglio di stato che pur con tutti i suoi gravissimi aspetti negativi non nega comunque che le esigenze di prestazioni indifferibili (cioè l’esigenza che hanno tutti, nessuno escluso, gli anziani malati cronici non autosufficienti e le persone con demenza senile) debbano essere soddisfatte con la presa in carico da parte del Servizio sanitario regionale, prescrizione totalmente ignorata dalla Giunta regionale nella delibera 18/2015;

- presentazione delle liste di attesa come un fenomeno positivo, confondendo le liste di attesa per le prestazioni diagnostiche con quelle di presa in carico di persone malate
e/o disabili non autosufficienti in costante e immediato pericolo di vita dovuto alla loro situazione. Oggi tali persone sono 32 mila in tutto il Piemonte per le prestazioni
domiciliari e i ricoveri in Rsa, lasciate senza cure dal Servizio sanitario regionale: seguendo la linea di ragionamento della DGR, perché non istituire liste di attesa anche per le acuzie, prevedendo che, ad esempio, un infartuato che si presenta al pronto soccorso possa essere curato non subito ma dopo una settimana o tre mesi a seconda delle risorse disponibili?

- definizione del ruolo delle Unità valutative geriatriche non solo come organismi di valutazione della situazione sanitaria della persona e conseguenti indicazioni per la
predisposizione del Pai, Piano di assistenza individualizzata, ma organismo che illegittimamente decide dell’accesso delle persone non autosufficienti alle cure,
in contrasto con la legge 833/1978 in base alla quale il diritto all’accesso alle cure del Servizio sanitario è determinato esclusivamente dallo stato di malattia della
persona.

Sembre persino superfluo dover ricordare alla Giunta e al Consiglio regionale del Piemonte che le malattie delle persone anziane malate croniche non autosufficienti o di quelle colpite da demenza senile (malattie che in futuro potrebbero colpire anche tutti noi) necessitano di cure immediate non solo per il maggior benessere, ma per la stessa sopravvivenza della persona.

Dal 1953 (leggi nazionali 841/1953, 692/1955, 132/1968, 386/1974, 833/1978 e 289/2002) gli anziani malati cronici non autosufficienti hanno diritto alle cure
sanitarie, comprese quelle ospedaliere e para-ospedaliere, senza limiti di durata.

Tutto all'opposto della riduzione del diritto alle cure, è necessario che finalmente sia concretamente riconosciuta la priorità delle cure
domiciliari: costano meno alla Regione ed i malati stanno meglio.

Occorre quindi che ai malati, ai congiunti e alle terze persone che volontariamente accettano questo gravoso e frustrante compito le Asl forniscano
le prestazioni (mediche, infermieristiche, riabilitative...) ed i sostegni economici stabiliti dalla legge della Regione Piemonte n. 10/2010, finora rimasta lettera morta anche
per quanto riguarda le persone con disabilità intellettiva o con autismo e limitata o nulla autonomia.




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