Dichiarazione di Cittadinanzattiva sulle politiche sanitarie

Date 2012/12/7 22:00:00 | Topic: Sanità

Nei giorni scorsi Cittadinanzattiva ha diffuso una interessante dichiarazione sulle politiche sanitarie in Italia.

Il testo è il seguente (qui la versione originale):


Dopo 25 mld di euro di tagli al Servizio sanitario nazionale in 3 anni, l'azzeramento di tutti i fondi per le politiche sociali, il massiccio ricorso a sistemi di compartecipazione alla spesa come i ticket, e che rendono il servizio pubblico già non più concorrenziale rispetto alla sanità privata, l'aumento vertiginoso dell'Irpef nelle regioni sottoposte a piano di rientro, ci sembra al limite dell'assurdo ascoltare che il Sistema sia insostenibile. Ci chiediamo allora a cosa siano servite queste operazioni che hanno richiesto enormi sacrifici a cittadini e operatori sanitari.
In questo quadro, il SSN è una voce di spesa del Pil pari al 7,1%, ma produce, sempre in termini di PIL, circa il 12%. Come si può quindi dire che sia insostenibile?
Cittadinanzattiva continuerà a difendere allo stremo il SSN e la sua universalità, come previsto dalla Costituzione.
Ci resta una amara domanda: in un periodo di crisi come questo, il welfare è ancora per il Governo un perno centrale e un investimento sul futuro, o è diventato solo un peso di cui disfarsi accampando scuse di eccessivi costi o impossibile sostenibilità?


A questo giuste considerazioni se ne possono aggiungere ancora altre: ad esempio che, tra tanti aggravi per i cittadini, manca una reale azione di attacco ai privilegi, di tassazione dei redditi più elevati e dei grandi patrimoni, di riduzione delle spese militari e di tutti gli sprechi, che sono ben lungi dall'essere eliminati. Come pure è da mettere in evidenza che la sanità comprende non solo il trattamento dei casi acuti e delle patologie curabili, ma anche le cure ai malati cronici, in particolare quelli non autosufficienti (anche ai sensi della normativa sui Livelli essenziali di assistenza - LEA), che devono essere curati in base al bisogno e non a criteri di risparmio).

Ci si chiede se le politiche oggi in atto non facciano emergere un disegno che, ben oltre la necessità di affrontare una emergenza economica, mira - secondo i principi liberisti e antistatalisti - alla distruzione dello stato sociale e a tutte le forme di tutela dei cittadini.


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