Modifiche al servizio di trasporto disabili? (aggiornamento al 15 maggio - fine della storia?)

Date 2009/5/15 14:50:00 | Topic: Assistenza

Si parla di modifiche all'organizzazione del servizio di trasporto dei disabili che frequentano il centro diurno OAMI di Acqui Terme.
[Aggiornamento 15 maggio 2009]

Abbiamo avuto oggi la cortese risposta scritta da parte dell'ASCA (Associazione Socioassistenzale dei Comuni dell'Acquese), con la quale ci viene comunicato che non c'è alcun progetto di modifica al servizio di trasporto, e tutte le notizie in merito sono prive di fondamento.

Cosa dire? Ovviamente la notizia ci fa piacere, ma se il tutto era una bufala (però dalle notizie che avevamo non sembrava), perché non dircelo già a febbraio quando abbiamo chiesto per la prima volta informazioni?

In conclusione, per questa volta sembra che la storia sia finita bene, purché progetti di riduzione del servizio non vengano sollevati nel futuro. Ad evitare equivoci, diciamo ancora chiaramente che non vogliamo blindare per sempre l'attuale organizzazione del servizio: se si trovano modi per farlo meglio o con meno costi (purché non sulla pelle dei lavoratori) non abbiamo proprio niente in contrario. L'unica preoccupazione è che dietro riorganizzazioni e razionalizzazioni si facciano in realtà passare tagli e degrado.

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[Segue il testo originario di febbraio e poi i vari aggiornamenti]

Secondo queste notizie, per ora non ufficiali, il trasporto dovrebbe essere curato direttamente dal centro stesso (come già avviene con altri centri diurni) e non più di soggetti diversi come ora l'ASCA (Associazione Socioassistenziale dei Comuni dell'Acquese) e la Comunità Montana Sul d'Aleramo.

Non sappiamo ancora se l'ipotizzato cambiamento derivi da qualche atto normativo o programmatorio o da motivi di risparmio o da altre motivazioni ancora.

Detto così, comunque, sembra che si tratti di una modifica puramente tecnica che in linea di principio non dovrebbe avere conseguenze sul livello di servizio agli utenti, ai quali importa che il servizio venga garantito e non chi lo faccia, e probabilmente potrebbe essere gestita senza particolari conseguenze per i lavoratori.

Ciò però vale solo se nelle convenzioni con i
soggetti gestori dei centri diurni si terrà conto in modo appropriato degli oneri derivanti dal servizio di trasporto, e non si praticherà invece un taglio complessivo dei finanziamenti che abbia come effetto finale riduzioni di servizi.

Nel caso particolare, gli utenti del centro dell'OAMI provengono da numerosi paesi dell'acquese anche distanti tra loro, per cui il servizio comporta tempi e percorrenze elevate: le spese sono dell'ordine dei 50-55.000 euro all'anno tra costi dell'automezzo e del personale, e le percorrenze possono superare i 50.000 km/anno (lo sappiamo bene perché in precedenza gestivamo noi questo servizio in convenzione con la Comunità Montana).

Se le rette attuali previste dalla convenzione per la gestione del centro diurno sono calcolate in modo corretto rispetto ai costi del servizio, non si vede come possano coprire anche il trasporto, per cui se l'OAMI, che gestisce il centro, dovesse occuparsi anche del trasporto dovrebbe avere a disposizione le risorse per svolgere entrambi i servizi. Il timore è evidentemente che l'accorpamento sia invece occasione per una diminuzione delle risorse complessive che determini la riduzione o addirittura soppressione del servizio. Ovviamente non avremmo invece alcuna obiezione se con il nuovo assetto si trovassero modalità organizzative migliori che permettano risparmi senza danno né per gli utenti né per i lavoratori interessati.

Nel caso del centro diurno di Acqui Terme, c'è una circostanza che potrebbe non verificarsi in altri casi: con l'attuale bacino di utenza e i percorsi che ne derivano, già illustrati sopra, i tempi per il trasporto imporrebbero di utilizzare personale diverso da quello già assegnato al centro diurno, poiché in caso contrario questo non
potrebbe prestare servizio presso il centro per notevole parte della giornata.

In conclusione, una riduzione o soppressione del servizio sarebbe del tutto inaccettabile perché verrebbe a colpire in primo luogo gli utenti in situazioni più difficili perché vivono in luoghi più isolati o non hanno mezzi per raggiungere autonomamente il centro.

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Il testo che precede è del 18 febbraio: siamo arrivati al 27 marzo, abbiamo fatto altre richieste ma non abbiamo saputo niente: che cosa vorrà dire? Comunque continueremo a seguire la cosa e vi faremo sapere.

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Aggiornamento al 23 aprile: sembra, ma si tratta sempre di voci, che il nuovo regime del servizio partirà dal 4 maggio e prevederà l'impiego di operatori del centro. Questo potrebbe avere un impatto negativo sul servizio del centro stesso, ma non conoscendo ancora i dettagli non possiamo dare un giudizio definitivo. Oggi abbiamo scritto a Comunità Montana, Comune di Acqui e ASL per saperne di più, vediamo se ci sarà risposta.

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Mentre persiste la mancanza di notizie ufficiali, il 27 aprile si è tenuta una riunione tra GVA, ANFFAS e alcuni genitori degli utenti del centro. Si è osservato che le novità di cui si parla (impiego anche per il trasporto degli operatori che già lavorano al centro) sembrerebbe avere effetti negativi sul servizio, ma la mancanza di informazioni complete e certe impedisce di formulare una valutazione ben fondata. Si è quindi deciso che il GVA invierà un articolo all'Ancora che esprima le preoccupazioni degli utenti e delle associazioni (questo articolo dovrebbe essere pubblicato sul numero del 3 maggio), mentre l'ANFFAS chiederà un incontro con i responsabili del servizio socioassistenziali.



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