Abbiamo posto alcuni quesiti all'ASL sui centri diurni per disabili: ecco i risultati.
Abbiamo posto, con una nota del 24 magio 2016 alcuni quesiti all'ASL AL sui centri diurni per disabili, che sono un servizio - peraltro previsto dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) - di grande importanza per il benessere degli assistiti e delle loro famiglie.
I quesiti erano i seguenti:
- se esistano liste di attesa per l'accesso al servizio, ossia utenti che, pur avendone diritto, non possano accedervi per mancanza di posti nelle strutture, e in caso affermativo quale sia la loro durata e quanti utenti interessano
- in quale modo sia calcolata la quota di costo a carico degli utenti, e in particolare se siano esentati dal pagamento coloro le cui uniche risorse economiche siano costituite da pensione di invalidità ed indennità di accompagnamento.
L'ASL ha risposto il 24 giugno che in tutto il territorio di competenza non ci sono liste di attesa, e che la quota a carico dell'utente è costituita da un rimborso delle spese di vitto e trasporto, e le esenzioni sono concesse solo in casi eccezionali da valutare insieme ai servizi socioassistenziali.
Le nostre considerazioni su questa risposta, che abbiamo trasmesso all'ASL il 17 luglio, sono le seguenti: ottima la notizia che non ci sono liste d'attesa (noi non abbiamo attualmente modo di verificarla, ma neppure abbiamo evidenze in contrario), che sarebbero inammissibili e illegali per un servizio obbligatorio in base ai LEA.
Per quanto riguarda le esenzioni e i costi a carico dell'utente a nostro avviso va considerato che, in base ai LEA la quota di costo a carico dell'utente e del comune per i centri diurni è del 50%, quindi l'addebito del rimborso delle spese per il vitto e il trasporto è corretto se l'importo risultante rientra in tale quota.
Per quanto riguarda invece le esenzioni, ci sembra che i soggetti le cui risorse economiche si riducono a pensione di invalidità e assegno di accompagnamento (posto ovviamente che si sia adeguatamente accertata tale situazione) rientrino ampiamente in qualunque criterio di integrazione del reddito, se si considera l'esiguità di tali risorse (delle quali l'accompagnamento non costituisce reddito) e il fatto che il centro diurno per definizione non può coprire tutti i bisogni del soggetto.
Vedremo se ci saranno risposte o altre evoluzioni della vicenda.